Porta Sant’Andrea ricorda il giostratore Assuero Favi a 60 anni dalla sua vittoria nella Giostra. Favi è rimasto una leggenda tra i biancoverdi per le sue prove di forza
Quest’anno ricorrono 60 anni dall’unica vittoria ad Arezzo di un sarteanese: Assuero Favi, detto “il Brutto” vincitore, assieme a Marino Gallorini detto “Maialino”, della Giostra del Saracino del 1 settembre 1963.
“Il Brutto”, carattere buono e generoso accompagnato da una forza erculea, è rimasto nei ricordi del quartieristi di via delle Gagliarde. Lo scorso 16 luglio è stato ricordato a Sarteano in un convivio organizzato dalla sua Contrada, la Santissima Trinità (Spineta), con la presenza di alcuni dirigenti di Porta Sant’Andrea. Il capitano della Contrada Federico Pizzinelli, assieme ad alcuni dirigenti, sarà ad Arezzo il prossimo 2 settembre alla Cena propiziatoria in piazza san Giusto.
Abbiamo richiesto un suo profilo e ricordo a Graziano Placidi, presidente della Commissione di Conservazione Storica della Giostra del Saracino di Sarteano, che ringraziamo per la sua disponibilità. di seguito il contributo di Placidi:
Assuero Favi, sarteanese di nascita classe 1934, aveva un fisico aitante e robusto tanto che erano famose e proverbiali le sue prove di forza. Di carattere pacato e riservato, quando però entrava in confidenza si apriva in racconti pittoreschi e piacevoli.
Fin dall’età di sedici anni lavorò presso la fattoria di Spineta dove coltivò la passione per i cavalli che lo portarono a partecipare quale giostratore, alla Giostra del Saracino di Sarteano. Si allenava in una pista nella zona dove attualmente si trova il laghetto con un fantoccio di legno costruito dal falegname della fattoria detto lo Gnecci.
Nel 1954 ottenne la vittoria con due centri, interrompendo le tre vittorie consecutive di Natale Fatighenti per San Lorenzo. Quell’anno, alla quarta carriera si trovò a pari punti con Castiglioncello che fallì alla quinta. Assuero fece centro ma il punto venne contestato dalla giuria la quale sosteneva che Assuero si fosse fermato troppo presto dopo aver infilato l’anello.
Si narra che Assuero scese da cavallo e perdendo le staffe, si diresse sotto al palchetto dei giurati scrollandolo così forte da rischiare di far crollare tutto. Terrorizzati, i giurati passarono la patata bollente al Comitato centrale che decise per la validità del punto. Vinse con una cavalla che si chiamava Farfalla, una maremmana mezzo sangue sempre della fattoria di Spineta, alla quale era molto affezionato. Il capitano era Corinto Mazzuoli del Poderuccio.
Giostrò anche l’anno successivo sempre per Spineta con Farfalla, ma dovette cedere ai quattro anelli consecutivi di Natale Fatighenti per San Martino.
Poi dal 1956 al 1957 fece il militare a Piacenza presso la Compagnia del Genio Pontieri. Durante il servizio militare si trovò molto bene, amato da tutti, sia i camerati che i superiori e il suo comandante gli concesse un permesso per tornare a Sarteano per partecipare alla Giostra.
Il “presente!” militaresco, condizionò non poco Assuero che tornato a Sarteano, si portò dietro questa rispettosa abitudine anche nella vita civile. Quando veniva chiamato, rispondeva sempre presente! e il suo piccolo difetto di pronuncia fece in modo che la lettera enne risultasse assente e trasformata in una doppia ti. Da qui il soprannome di Presette. Da notare che in altri luoghi è tutt’ora conosciuto come il Presenti, confondendo il suo soprannome con un cognome.
Fu chiamato poi anche alla Quintana di Foligno dove raccontò di essere arrivato terzo, preceduto al secondo posto da una donna.
Probabilmente vinse per Spineta anche nel 1959 ma purtroppo la vittoria non gli è stata ancora ufficialmente assegnata per mancanza di documentazione certa.
Nel 1960 non corse a Sarteano ma forse sull’onda della sua probabile vittoria del 1959, venne ingaggiato da Porta Sant’Andrea per la Giostra del Saracino di Arezzo. In quell’anno vennero fatte due Giostre ad Arezzo, una delle quali per la celebrazione delle Olimpiadi di Roma. In entrambe, corse in coppia con Luciano Beligni, altra vecchia conoscenza della Giostra di Sarteano. Proprio Luciano in una recente intervista dichiarò che il Presenti (anche lui lo chiamava così) aveva una forza sovrumana. Una volta tornavano da Arezzo e si bucò la ruota della macchina, una Fiat 500. Il babbo di Luciano non aveva il crick e non sapevano come fare. Allora Assuero, dicendogli di stare calmi, prese la macchina da dietro e la tenne alzata per tutto il tempo necessario per cambiare la ruota.
Raccontò anche che nelle prove ad Arezzo si divertiva ad andare contro il buratto con il cazzotto facendolo girare vorticosamente.
Nel 1960 Assuero, Luciano e Donato Gallorini parteciparono anche alla Giostra del Saracino di San Biagio di Montepulciano con i cavalli Giuliotte, Frestola e Madrid. Vinse Donatino per la Contrada di Totona.
Nel 1961 tornò a correre a Sarteano per San Bartolomeo senza fortuna, insieme a Priamo Ducci (altra conoscenza della Giostra di Arezzo vincitore nel 1955) per San Lorenzo, Luciano Beligni per Sant’Andrea e il mitico Donato Gallorini per Spineta.
Sempre nel 1961 ad Arezzo corse con Alessandro Ghinassi per Porta Sant’Andrea e ruppe la lancia dopo un due al tabellone.
In quell’anno vinse anche la Giostra di San Biagio di Montepulciano con la cavalla Bambolina per la Contrada di San Biagio.
Nel 1962 corse la Giostra di Sarteano probabilmente per Castiglioncello e la Giostra di Arezzo da quell’anno e fino al 1965 sempre per Porta Sant’Andrea in coppia con Marino Gallorini, vincendo l’edizione del 1 settembre 1963, marcando quattro nella carriera di spareggio.
Nel 1966 e nel 1967 corse sempre per Porta Sant’Andrea in coppia con Tripolino. Nel 1968 corse per Porta del Foro in coppia con Antonio Chianese. Dopo un anno di stop, nel 1970 venne chiamato da Porta Crucifera a sostituire Tripoli Torrini infortunatosi nelle prove. Corse in coppia con Donato Gallorini e sarà l’ultima giostra di Arezzo per entrambi i giostratori.
Nel 1982, alla ripresa della Giostra del Saracino di Sarteano, nel mese di gennaio si tenne una riunione con i vecchi giostratori del passato per la ricostruzione dell’Albo d’oro. Sorsero molte discussioni sulle vittorie e il maestro Franco Fabrizi, storico all’uopo incaricato dal Comitato centrale raccontò che se fossero state sommate tutte le vittorie che si erano attribuiti i giostratori presenti, le giostre corse sarebbero state molte più di trenta invece delle ventitré effettivamente disputate dall’anno dell’istituzione delle contrade.
Durante tutte queste discussioni Assuero se ne stava taciturno in un angolo, non aveva mai parlato e altri giostratori si stavano attribuendo anche la sua vittoria certa. Finite tutte le discussioni si alzò commosso e tirò fuori dal portafoglio una foto che lo ritraeva a cavallo con il palio del 1954. Quasi piangendo ringraziò il maestro Franco Fabrizi quando quest’ultimo gli assegnò definitivamente la vittoria.
Sempre nel 1982 avrebbe voluto ricorrere così come fece Natale Fatighenti, ma ciò non gli fu possibile. Contribuì comunque alle vittorie di Vincenzo Crociani per la Contrada della Santissima Trinità del 1982 e del 1983 dispensando consigli sia per la preparazione che per la scelta dei cavalli Farfalla e Fragolina.
Sempre attivo, partecipe e disponibile in ogni evento della Contrada di Spineta e della Giostra di Sarteano, durante la cena medievale del 7 agosto 2003 organizzata dall’Associazione Giostra, fu ospite d’onore e il presidente Gianfranco Paolini lo premiò per le sue vincenti gesta giostresche, sia nella Giostra di Sarteano
che in quella di Arezzo, oltre che per l’assidua presenza e disponibilità in ogni occasione ed evento relativo all’antica manifestazione.
L’anno 2006 si aprì con la sua improvvisa scomparsa e sempre in quell’anno, dietro proposta del presidente della Giostra di Sarteano don Fabrizio Ilari, venne decisa l’istituzione di due premi dedicati a due mitici giostratori del passato. Il premio “Assuero Favi”, da assegnare ad un cittadino che avesse dimostrato particolare amore e impegno per la Giostra e il premio “Natale Fatighenti” da conferire al giostratore vincente.
Riportiamo ciò che scrisse di lui nell’ottobre 2021 il maestro Franco Fabrizi, il maggior storico e conoscitore della Giostra di Sarteano, nonché amico di Assuero, in occasione di una mostra fotografica.
“Fisico possente, massiccio; un gigante buono tendenzialmente riservato, chiuso e taciturno nei rapporti con la gente che si apriva se trattato con serenità e gentilezza. La sua notevole mole gravava sul cavallo compromettendo la fluidità del galoppo e di conseguenza la precisione della stoccata ne risentiva.
Fare centro nella Giostra di Sarteano era per lui più problematico. La sua massiccia stabilità in sella era invece molto più proficua nella Giostra di Arezzo dove l’asta era molto più grande e pesante e l’impatto con il Saracino poteva essere talvolta catastrofico.
Qui Assuero conseguì il raro risultato di rompere la lancia nell’impatto col Saraceno aretino, evento valutato come il massimo risultato nella Giostra.
Proiettato nel passato, Assuero avrebbe potuto far parte di un poderoso reparto di cavalleria pesante adatta a sbaragliare le prime linee nemiche e aprire un varco alla fanteria incalzante.
Quando negli anni ’80 mi recai a casa sua per un’intervista mi accolse sorridente, poi si commosse e mi abbracciò perché gli sembrava incredibile che io mi interessassi alla sua attività di giostratore.
Gli feci molte domande e ricordava in particolar modo il periodo del servizio militare del quale mi dette anche una foto dove era ritratto in piedi che faceva il presentat-arm con una pesantissima ancora a dimostrazione della sua proverbiale forza erculea.
… questa forza ebbi anche dimostrazione un giorno a Spineta. Gli operai della fattoria stavano radunando i vitelli al pascolo per ricondurli alle stalle. Un giovane vitello recalcitrava e non c’era verso di farlo entrare. Presette gli si avvicinò guardingo, gli entrò sotto, lo abbrancò alle zampe posteriori con il braccio destro, alle anteriori con il sinistro, se lo caricò sulle spalle e lo collocò al suo posto nella stalla!
Gli operai mi dissero che lo faceva frequentemente e mi raccontarono che era capace di sollevare da solo il lato di un trattore a ruote per permettere di sfilare una ruota forata da riparare.”
Graziano Placidi
(presidente Commissione di Conservazione Storica della Giostra del Saracino di Sarteano)
photo credits: Archivio Porta Sant’Andrea – Archivio Commissione di Conservazione Storica della Giostra del Saracino di Sarteano.