L’Arezzo rialza la testa dopo la batosta di Cremona e grazie a una delle migliori partite del suo capitano, riesce a superare un Racing Roma tutt’altro che irresistibile. La squadra ospite, avendo sempre perso fuori casa quest’anno, si presenta al comunale lasciando con piacere il pallino del gioco agli amaranto, limitandosi a stare attenta dietro e trovare qualche occasione in ripartenza. L’Arezzo di quest’anno non è una squadra a cui risulta cosi difficile giocare partite di questo tipo, forti del miglior attacco del girone, gli uomini di Sottili fanno girare pazientemente palla, essendo coscienti che un pertugio prima o poi verrà trovato. L’uomo che mette maggiormente in apprensione la retroguardia romana è il numero nove amaranto Davide Moscardelli; dopo un colpo di testa su sponda di Polidori e una punizione che il portiere ospite devia in angolo, il “barba” riesce finalmente a sbloccare la gara: tutto nasce da un’ azione sulla fascia sinistra, Arcidiacono e Masciangelo fanno un bello scambio con quest’ultimo che viene atterrato nettamente in area di rigore. Moscardelli ha nei piedi una palla molto pesante, ma con naturalezza spiazza il portiere e manda gli uomini di Sottili al riposo sull’uno a zero. Nella prima frazione di gioco non è sembrato che la squadra ospite potesse impensierire gli Amaranto, soprattutto dopo essere riusciti a sbloccare la gara, ma i fantasmi delle recenti partite non possono far stare sereni i tifosi del comunale che al rientro delle squadre in campo chiedono a gran voce il gol della relativa sicurezza. Anche la squadra sembra aver imparato dai suoi errori, all’inizio della ripresa, infatti, l’Arezzo sembra avere il giusto piglio per chiudere l’incontro. Yamga con il passare dei minuti, diventa incontenibile quando apre il gas, una grande prestazione di De Feudis riesce a non far troppo notare la prova luci e ombre di Foglia, Arcidiacono si spegne piano piano ed è sostituito da un applauditissimo Erpen; ma sopra tutti spicca, come anticipato, il capitano amaranto. Non solo movimenti da centravanti classico, quello che la gente apprezza di più sono il continuo sacrificio nei pressi del cerchio di centrocampo, pressing, falli presi, giocate da altra categoria: tutto questo condito da una personalità che non scopriamo certamente qua ad Arezzo. Nonostante una buona prestazione, l’Arezzo non riesce a trovare il secondo gol; Prima Polidori manda di pochissimo a lato un tiro da fuori, poi il portiere ospite fa un grande intervento su un’altra conclusione da fuori, stavolta di Erpen. E gli amaranto palesano ancora una volta i loro limiti; Al minuto 78 Sirri con un passaggio difensivo diagonale sciagurato regala l’occasione del pareggio agli avversari, Benassi neutralizza. Passa un minuto e Corradi, anche se in una zona molto più avanzata del campo, imita il compagno di squadra perdendo palla e innescando un contropiede che l’attaccante ospite De Sousa vanifica con un tiro troppo centrale. Questi due gravissimi episodi hanno il merito di “svegliare” la squadra di Sottili, che riuscirà poi a condurre in porto fino al novantesimo la gara. Adesso sotto con il Livorno, vietato commettere errori simili, vietato mancare, tutti in trasferta!
Promossi
Moscardelli: Colpisce davvero tanto per l’abnegazione e per come si è messo al servizio della squadra. Tutti ci aspettavamo un giocatore che ci facesse divertire e che segnasse con continuità, in pochi si aspettavano un leader a tutti gli effetti che fin dall’inizio mettesse il bene della squadra davanti al proprio. Capitano vero.
Yamga: Vederlo sgassare su quella fascia è una meraviglia. Nel girone sono davvero pochi i giocatori in grado di contenerlo quando è in giornata; inoltre a differenza di altre volte dove si perdeva man mano con il passare dei minuti, gioca questa partita migliorando alla distanza, un buon segno di crescita e maturità.
Rimandati:
Foglia: Tanti appoggi semplici sbagliati e meno presente del solito in fase di regia. Dopo tante ottime prove, quest’oggi è un po’ al di sotto della sufficienza, probabilmente aveva bisogno di un minimo di riposo.
Leonardo Maccioni