Un’Arezzo inedita affonda a Pontedera, adesso tutti uniti.
Un’Arezzo troppo brutto per come ci ha abituato quest’anno esce con le ossa rotte dal campo di Pontedera; la squadra pisana (che tutti ricorderanno per aver stravinto il campionato di serie d, tre stagioni orsono, lasciando all’Arezzo di Bacis il secondo posto) strapazza gli amaranto sembrati lenti e compassati come mai quest’anno. Se fino ad oggi i problemi evidenziati dalla squadra di Sottili erano le famose “amnesie” all’interno della gara, che sono spesso costate punti pesanti, sopratutto a fronte di match giocati in maniera più che sufficiente, questa volta l’Arezzo in campo non ci è stato praticamente mai. Se escludiamo i minuti conclusivi dei due tempi dove dopo aver trovato il gol, si aveva l’impressione che ci potesse essere un cambio di passo, la squadra non ha mai trovato la giusta quadratura per impensierire seriamente gli avversari. Il 4-3-1-2 di Sottili si è dimostrato forse troppo intraprendente o, più semplicemente, non abbastanza rodato per reggere l’onda d’urto di un avversaria che è in piena lotta retrocessione e, dunque, affamata di punti. In particolare Arcidiacono da mezz’ala è sembrato un pesce fuor d’acqua, peccato visto le tante prestazioni in crescendo, ma sembra evidente che senza i giusti spazi il fantasista di Catania non possa esprimersi al meglio. Grossi continua a essere un oggetto abbastanza misterioso, sopratutto in questa partita dove ritrovava il suo ruolo naturale da trequartista ed avendo anche due punte pronte a dialogare con lui, ci si aspettava decisamente qualcosa di meglio. Capitolo a parte per Massimiliano Benassi; prima rete decisamente sfortunata, con il pallone che dopo aver colpito il palo carambola sulla sua schiena e finisce in porta, può succedere. Secondo gol incolpevole dopo una buona uscita, terzo da dimenticare. Non è la prima volta che il portierone amaranto si fa sorprendere da dei tiri dalla lunghissima distanza, forse un difetto endemico, fatto sta che è innegabile che quest’anno stia dando meno sicurezza rispetto a quella che ci si aspettava, che sia colpa dell’età, della sfortuna, oppure solo un periodo passeggero di naturale “calo di forma” ce lo ridiremo a fine campionato. L’ultima riflessione, la rivolgo volutamente a Mister Sottili; quest’anno l’Arezzo sta attraversando un percorso di crescita ben visibile, qualche battuta d’arresto c’è stata (ma nessuno ha mai pensato di poter vincere il campionato) dunque io, avendone sentite troppe in questi giorni post Pontedera, voglio esprimere tutta la mia soddisfazione per come gioca l’Arezzo quest’anno, per i grandi risultati casalinghi che sta ottenendo, per l’abnegazione che questo gruppo sta facendo trasparire fin dal ritiro estivo. Le critiche di questi giorni, lo dico senza timore di smentita, sono esagerate, e provengono per lo più da tifosi troppo abituati a vedere il “grande calcio” negli schermi del loro televisore. Noi siamo l’Arezzo, i nostri giocatori non devono vincere la Champions o lo scudetto e nemmeno fare il tiki taka. I giocatori dell’Arezzo devono sudare e dare il cento per cento. Lo devono alla nostra storia, alla nostra maglia ed ai nostri tifosi che si sobbarcano chilometri su chilometri in giro per l’Italia portando con passione tutti questi valori. La ricompensa più grande per loro (per noi) non saranno mai le vittorie, ma il riscontrare la stessa rabbia e cattiveria agonistica dei tifosi sugli spalti, nel campo. Il calcio champagne e le critiche fini a se stesse le lasciamo agli esperti, noi siamo tifosi e sosteniamo! Avanti tutti uniti!
Leonardo Maccioni