La Società storica aretina, d’intesa con la Deputazione di storia patria per la Toscana e l’Archivio di Stato di Arezzo, organizza nelle giornate del 3, 4 e 5 ottobre il convegno “Arezzo e la Toscana nell’Italia repubblicana (1946-1990)”. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana, della Provincia di Arezzo, del Comune di Arezzo e la sponsorizzazione di UBI Banca. Il progetto vuole dare risalto, insieme ad altre iniziative, al 20° anniversario della costituzione della Società storica (3 ottobre 1997).
Il convegno è articolato in cinque sezioni (Economia e demografia storica, Partiti e lotta e politica, Amministrazione pubblica e sviluppo urbanistico, Società e cultura, Mondo cattolico) ed è stato curato da Luca Berti, Giovanni Galli e Giorgio Sacchetti. Vedrà avvicendarsi nella sede dell’Archivio, in piazza del Commissario ad Arezzo, trenta relatori (professori, studiosi, archivisti e protagonisti degli eventi), che affronteranno le tematiche della storia toscana ed aretina del Secondo dopoguerra.
L’iniziativa scientifica si aprirà martedì 3 ottobre, alle ore 9.30, con il saluto delle autorità e proseguirà sotto la presidenza di Jean Pierre Delumeau, con le prime tre relazioni della sessione “Economia e demografia storica”: “Sviluppo industriale e inizio della de-industrializzazione in Toscana” (Renato Giannetti), “Popolazione, uso del suolo e paesaggio nel territorio aretino” (Camillo Berti), “L’agricoltura nell’Aretino” (Ferruccio Fabilli). I lavori riprenderanno poi nel pomeriggio, sotto la presidenza di Giovanni Galli, con gli interventi di Tiziana Nocentini (“Fabbriche e sviluppo industriale ad Arezzo”), Giorgio Sacchetti (“Sindacati e relazioni industriali nella provincia aretina”) e Giuseppe Salvini (“L’evoluzione dell’economia aretina attraverso i dati della Camera di Commercio”).
Sei le relazioni della seconda sessione, “Partiti e lotta politica”, in programma sempre nel pomeriggio del 3 ottobre e l’indomani, sotto la presidenza di Franco Cristelli. Dopo due relazioni di carattere più generale (“Il sistema dei partiti in Toscana” di Mario Caciagli e “Memoria della Resistenza aretina ed ANPI” di Ivo Biagianti), saranno passate in rassegna le vicende delle principali forze politiche aretine: il Pci (Claudio Repek), i partiti dell’area socialista (Marco Manneschi e Carlo Forbicioni), la Dc (Omar Ottonelli) e il Msi dal 1946 al 1980 (Paolo Testi). Si passerà poi alla terza sessione del convegno, “Amministrazione pubblica e sviluppo urbanistico”, con gli interventi di Paolo Bagnoli (“La classe dirigente toscana”), Giovanni Galli (“I sindaci di Arezzo dal dopoguerra ai primi anni Sessanta”) e Paolo Ghelli (“Gli anni del sindaco Ducci”). A chiudere la sessione saranno nel pomeriggio, sotto la presidenza di Franco Franceschi, Laura Fanfani, che svilupperà il tema “Ricostruzione materiale della città e pianificazione urbanistica”, e Paolo Martini, che analizzerà “Il superamento e la chiusura dell’Ospedale psichiatrico di Arezzo”.
La quarta sessione del convegno “Società e cultura” conta ben dieci interventi: “Immagini della Toscana prima e dopo l’istituzione della Regione” (Marcello Verga), “Nascita e ruolo culturale della Facoltà universitaria di Arezzo” (Nino Materazzi), “L’attività dell’Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze (Giulio Firpo) e “L’attività della Brigata Aretina degli Amici dei Monumenti” (Claudio Santori). E il mattino seguente, sotto la presidenza di Antonio Batinti: “Dall’associazionismo culturale all’associazionismo solidale” (Luigi Armandi), “Le associazioni di cultura politica” (Alessandro Garofoli), “La Giostra del Saracino fra politica, società e cultura” (Luca Berti), “I Musei di Arezzo” (Michele Loffredo), “Gli arredi sacri delle chiese di nuova costruzione in Arezzo” (Daniela Meli) e “Le attività musicali e il Concorso polifonico internazionale” Alfredo Grandini).
Il convegno si chiude giovedì 5 ottobre, sotto la presidenza di Luca Berti, quando sarà sviluppata la sessione “Mondo cattolico” con gli interventi di Bruna Bocchini Camaiani (“Esperienze significative nella Chiesa cattolica toscana e italiana”), Paolo Nepi (“La Giac e l’associazionismo cattolico”) e Fabrizio Vantini (“La cristianità aretina dalla Liberazione al Vaticano II”). Seguirà il dibattito conclusivo. Il convegno sarà infatti un’occasione di confronto e di dibattito per iniziare a tracciare le linee interpretative di un periodo tanto vicino a noi da risultare ancora poco frequentato dagli storici. Le trenta relazioni saranno raccolte in un volume di atti destinato a costituire la base di partenza dei futuri studi di un’epoca che ha portato radicali cambiamenti nella nostra organizzazione sociale, modificando in profondità gli stili di vita delle generazioni contemporanee. È anzi auspicabile che alle relazioni presentate al convegno possano aggiungersene altre in corso d’opera.
Sotto un aspetto più generale, il convegno sul secondo Dopoguerra chiude un progetto della Società storica aretina iniziato nel 2001 con il convegno “Arezzo e la Toscana tra i Medici e i Lorena (1670-1765)”, e proseguito a cadenza quadriennale con “Arezzo e la Toscana da Pietro Leopoldo a Leopoldo II (1765-1859)” e con “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)”, trasformati poi in altrettanti volumi di atti.
ufficio stampa S.S.A.