Porta Trento Trieste, con i suoi duecento anni, è la più giovane tra le porte di accesso al centro storico di Arezzo.
Nel 1804, durate la dominazione napoleonica, venne costituito il Corpo degli ingegneri di Acque e Strade, deputato alla realizzazione e al miglioramento delle infrastrutture nella penisola.
Nel 1811 si dette il via ai lavori per la realizzazione dell’attuale asse Via Trento Trieste – Via Anconetana, una strada che doveva collegare Arezzo e l’Adriatico passando per Bocca Trabaria.
In realtà il tratto faceva parte di un progetto del 1809 molto più ampio, mai andato in porto, che mirava a creare una grande arteria che mettesse in comunicazione Livorno con Fano o Pesaro. È buffo pensare che anche allora si parlasse di “Strada dei due mari” e ancor più buffo è constatare che anche in quel caso si lavorò a lungo senza concludere il progetto in via definitiva.
La caduta dell’imperatore francese, nel 1814, causò l’interruzione dell’opera, che riprese sotto il governo granducale nel 1815 e si bloccò nuovamente nel 1839. Il tratto di strada compiuto, che passando dalla Valcerfone e dalla Valtiberina raggiungeva Urbania, in Umbria, prese il nome di Strada Regia Adriatica. Il mare però lo vide solo da lontano.
La via partiva dalla nuova porta, aperta lungo il tratto est delle mura medicee di Arezzo, a poca distanza dal baluardo cinquecentesco di San Giusto. Essa fu inaugurata nel 1816 – come ricorda la lapide sopra l’entrata interna – con il nome di Porta Ferdinanda, in onore del granduca Ferdinando III di Lorena, sovrano al quale gli aretini dedicarono pure un monumento collocato nel 1922 in Piazza Grande e quindi trasferito nel 1932 in cima a Piaggia di Murello.
L’accesso, detto anche Porta Nuova, fu eretto su disegno dell’ingegner Neri Zocchi, tecnico molto apprezzato sia da Napoleone, sia dai Lorena. Il simbolo granducale fu posizionato sopra il lato esterno della porta e ancora oggi è ben visibile, anche se annerito dall’inquinamento atmosferico.
Nel 1916, un secolo esatto dopo l’inaugurazione di Porta Ferdinanda, la Toscana non era più un Granducato ma faceva ormai parte del Regno d’Italia, alle prese con gli sforzi bellici per conquistare i territori del nord-est ancora in mano all’Austria. In quell’anno l’entrata cittadina fu rinominata Porta Trieste, come recita la lapide di sinistra della facciata che dà su Piazza San Giusto, collocata il 20 settembre 1916 (46° anniversario della Breccia di Porta Pia).
Il 3 novembre 1918, a pochi giorni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, fu aggiunta una seconda lapide a destra dell’accesso, che cambiava il nome in Porta Trento Trieste. Le due città erano infatti i simboli per antonomasia dell’irredentismo italiano e “Trento e Trieste” era stato uno dei gridi di battaglia più utilizzati dai soldati al fronte.
Facendo un breve calcolo, nel 2016 la porta festeggerà i suoi primi due secoli di vita. Un lifting che le tolga le rughe accumulate durante tutto questo tempo sarebbe il miglior regalo di compleanno.
Voi che dite?
Marco Botti