Dopo l’improvvisa scomparsa del magistrato giostresco Antonio Bonacci, un altro lutto scuote il mondo del Saracino: si è spento Giancarlo Felici, storico rettore vittorioso di Porta del Foro e padre dell’attuale rettore giallocremisi Roberto. Aveva ottantuno anni, malato da tempo non aveva perso lo spirito che lo ha contraddistinto nei suoi lunghi anni prima da presidente degli arbitri aretini e poi da rettore di San Lorentino.
Giancarlo divenne rettore nel 1990, dopo le dimissioni di Leonello Scolari fu cooptato nel direttivo ed eletto alla massima carica, mai scelta fu più lungimirante: rimase in carica per diciotto anni e portò il suo Quartiere a traguardi importanti, sotto il profilo tecnico e sociale. L’ultima vittoria di porta del Foro, nel 2007, avvenne nel suo rettorato. Iniziò subito con una vittoria nella Giostra del 26 agosto del 1990 con Paolo Parigi e Mario Capacci, poi un digiuno di cinque anni e infine le vittorie del 1995, 1996, 1997 e di nuovo vittorioso nel 2000, 2001, 2003, 2005 e 2007, con i fratelli Gabriele e Luca Veneri, infine con Enrico Giusti: dieci di lance d’oro che ne fanno uno dei rettori più vittoriosi assieme a Faliero Papini e Ezio Gori. Nel 2014 il suo Quartiere lo aveva nominato rettore onorario.
Numerose le iniziative ideate da Giancarlo che anche durante la malattia, era una continua fucina d’idee. Aveva promosso anche l’associazione “Amici della Giostra”, poi scioltasi lo scorso marzo. Lo scorso anno, in occasione dei suoi ottant’anni, aveva organizzato una festa di compleanno invitando tutto il mondo giostresco, arbitrale e non solo. Aveva chiesto di non fare regali ma di raccogliere fondi per l’Ospedale di Arezzo cui aveva regalato quest’anno una vetrata, posta all’interno dell’atrio d’ingresso dell’Ospedale cittadino, un immenso mosaico realizzato con 360 formelle colorate che ricordano le chiese, i monumenti e i luoghi più conosciuti della Città e i nomi di tutte le strutture di degenza e servizi del presidio ospedaliero aretino. In ultimo si stava dedicando al progetto della realizzazione dei bozzetti di gioielli orafi dai disegni di Muzio Boncompagni, il cugino, studente dell’Istituto “Margaritone” di Arezzo, morto appena sedicenne tanti anni fa. E anche qui con l’amico Gabriele Veneri avevano portato avanti il progetto da regalare poi al museo della Fraternita.
Gabriele Veneri che oggi lo ha ricordato con un intervento nel sito www.arezzonotizie.it che riportiamo per gentile concessione della testata: “Queste righe sono nulla rispetto a tutto ciò che di bello è stato per me avere l’onore di essere amico di Giancarlo. Ho conosciuto Giancarlo grazie alla Giostra del Saracino. Un altruista. È stato lui nel lontano 1993 a chiamarmi al telefono e comunicarmi che io e Luca avremmo corso per i colori giallo cremisi. I colori che ha amato e per i quali ha dedicato una parte importante delle sue energie migliori. Questo gli è sempre stato possibile anche grazie alla vicinanza della moglie Mirella e del figlio Roberto. Sapeva tenere tutti uniti, aveva un rigore ed una autorevolezza impressionante. Forse derivante da un’altra sua grande passione, gli arbitri. Sempre imparziale e determinato nel prendere decisioni. Un uomo apparentemente duro, ma di una dolcezza e dal carisma travolgente. Nessuno mai metteva in dubbio le sue scelte, non per gerarchia ma perché, se lo diceva Giancarlo era sicuramente giusto. Aveva un senso sociale molto spiccato e voleva sempre fare per migliorare la sua città, la Giostra del Saracino e la sua comunità. Era un uomo molto moderno, aveva sempre una visione chiara del futuro, ma i suoi valori erano di un uomo di altri tempi. Devo molto a lui e l’ho sempre considerato uno degli uomini da prendere come esempio. Era un vero leader. Qualche mese fa, mi aveva coinvolto nel progetto di Muzio, con il ritrovamento dei bozzetti, con il quale avevamo fatto un progetto con la scuola orafi Margaritone. Aveva una grande voglia e una grande energia, nonostante i suoi gravi problemi fisici. Mi chiamava spesso per avere aggiornamenti su come stessero procedendo i lavori dei ragazzi della scuola. Avevamo concordato in settimana un incontro proprio alla scuola orafi perché voleva vedere con i suoi occhi l’avanzamento dei lavori. Forse lui immaginava che sarebbe potuto andarsene, io per come lo sentivo, pensavo che questo non avvenisse mai. Ed in effetti è proprio così, lui, Giancarlo, se ne è andato solo fisicamente, ma la sua energia e i suoi insegnamenti, rimarranno impressi in chi lo ha conosciuto personalmente e nelle generazioni future.”
Il rettore di Porta sant’Andrea Maurizio Carboni lo ricorda così: “Gian Carlo è stato per me un amico e uno stimato collega, sia nella vita professionale, sia al tavolo dell’Istituzione Giostra. Ho conosciuto Gian Carlo nel 1991, da allora ho avuto un rapporto con lui fondato sempre su profondo rispetto e stima, lo ricordo per la sua autorevolezza, la sua onestà intellettuale, la sua grande lealtà e lo spirito cavalleresco che lo caratterizzava. Amava la Giostra, ed era sempre costruttivo confrontarsi con lui sulle varie tematiche. Mancherà tantissimo.”
Alla moglie, al figlio Roberto, al nipote Elia e al Quartiere di Porta del Foro le condoglianze della redazione.
La camera ardente è stata allestita presso la sede di Porta del Forro in vicolo della Palestra, il funerale si terrà lunedì 26 novembre alle 15:00 in Duomo.
giesse