Michele, miglior figurante biancoverde del 2023 si racconta: passione, impegno e amicizia i valori di un gruppo..
È Michele Amatucci il miglior figurante per l’anno giostresco 2023 del Quartiere di Porta Sant’Andrea, premiato durante la Cena dei Figuranti andata in scena sabato scorso 16 dicembre. Classe 2000, Michele ha esordito con i colori biancoverdi in Piazza Grande nel 2016 dopo un’infanzia e un’adolescenza passata tra le mura di via delle Gagliarde, portando avanti la tradizione di famiglia e la passione del padre, Massimiliano Amatucci detto ‘Rocky’, insieme alla sorella Marta, con la quale ha vissuto da paggio la Giostra vittoriosa di giugno per poi indossare il costume da Vessillifero a settembre. Passione e dedizione che l’hanno portato a essere scelto come simbolo dell’impegno e del lavoro all’interno del Quartiere, insieme al portamento e al comportamento in Giostra.
Ricevere un premio simile è un onore per un giovane quartierista come te. Un premio che nasce dal tuo impegno e amore per il Quartiere. Cosa significa, per te, il Quartiere di Porta Sant’Andrea?
Per me è una casa, un punto fisso nella mia vita. Fin da piccolo ho ricordo delle strizzate di guancia dello ‘zio’ Nana, o dei sabati passati con la famiglia e gli amici in pizzeria. La mia passione per questo mondo va oltre il significato giostresco, ma nasce proprio dall’amore per il Quartiere, dal far parte di questo gruppo e di queste persone per le quali provo un affetto immenso. Un premio che non mi aspettavo e che per me è incredibile, ho sempre guardato con ammirazione chi lo ha vinto prima di me. Poche settimana fa ero a casa di Carlo Alberto Nocentini, il ‘Roccino’, e guardavo la targa di Miglior Figurante appesa in camera sua (Carlo Alberto ha vinto il premio nel 2019, ndr) con gli occhi di un bambino, chiedendogli cosa avesse provato in quel momento. Pensare che adesso quella stessa onorificenza si trovi in camera mia, fa effetto ed è un onore immenso. Essere premiato da persone che stimo e che ho sempre visto come esempio, è indescrivibile, così come l’affetto che ho ricevuto da tutti nel momento della consegna.
Nel momento della premiazione, tutto il Quartiere ha salutato il tuo nome con grande entusiasmo. Il boato più grande, ovviamente, si è sollevato dal tavolo dei tuoi amici. Che emozione è stata?
Lì per lì ero in un’altra dimensione, non mi sono reso conto del calore che ho ricevuto fino a che non ho rivisto i video. L’unica cosa che ricordo sono gli abbracci mentre cercavo di arrivare al palco: il vero premio è stato quello. Siamo un grande gruppo, io avrei fatto lo stesso per chiunque avesse ricevuto il premio al mio posto. Nell’ultimo anno e mezzo ci sono stati grandi passi avanti, un gruppo di amici che cresce e che si aiuta sempre di più dentro e fuori il Quartiere. Con qualcuno, come il ‘Roccino’ e il ‘Globino’ (Luca Fardelli), sono cresciuto, condividendo la vita da quartierista e la passione per la Giostra fin dall’inizio. Eravamo proprio come quei bambini che anche oggi durante le pizzerie s’inseguono per tutto il salone, o giocano al pallone fuori dalla porta. Ma voglio parlare anche di due ragazzi che hanno iniziato a frequentare il Quartiere da poco tempo e che per me sono importantissimi: Samuele ‘Nemo’ Cherubini e Niccolò ‘Fiocina’ Baielli. Due ragazzi che si sono avvicinati al Quartiere e che in un anno hanno dato il massimo, togliendosi soddisfazioni importanti e senza chiedere mai niente in cambio. Per me è un orgoglio averli avvicinati a questo mondo e vedere che il Quartiere può trasmettere valori a qualsiasi età. Non scorderò mai i loro volti quando per l’Estrazione di Giugno, mentre eravamo vestiti da armigeri, Claudio Guerri si avvicinò e posandoci lo scettro del Maestro d’Armi sulla spalla ci disse: “Avremo bisogno di voi anche in Giostra”. Non potrò dimenticare neanche l’abbraccio con Carlo Alberto e Matteo Magi dopo la vittoria di giugno, quando dopo quattro anni che non indossavo il costume, gli ho detto scherzando: “Cavolo, avevate bisogno di me per tornare a vincere”.
A giugno hai avuto la fortuna di entrare in Piazza insieme a tua sorella Marta, dama, e al tuo padre Massimiliano, lucco. Un momento sicuramente importante.
Un’emozione enorme, dopo quattro anni che non entravo in Piazza. Vestirsi è sempre bellissimo, ma farlo con la sorella, il babbo e gli amici lo è ancora di più. Una Giostra che a prescindere aveva un ché di magico, e che poteva solamente finire in quel modo per me. Vestirmi con Marta è stata un’emozione enorme, poterla affiancare in tutto il percorso della sua vestizione. I suoi sentimenti si riversavano su di me, un sogno che condividevamo e che si realizzava anche per lei. Quando uscì la lista dei figuranti io stavo cercando parcheggio fuori porta, lei mi chiamò in lacrime e io inchiodai preoccupato. ‘Ci vestiamo insieme’, mi disse. Mi si riempie il cuore anche oggi a pensarci, poterle stare accanto da Paggio in un giorno come quello dell’esordio è stato un regalo bellissimo. Avere tutti attorno a me in quel momento era sintomo di perfezione: gli abbracci sono il momento più bello della vittoria, un momento magico che non dimenticherò mai.
Pochi mesi e si torna in Piazza Grande. Quali sono i tuoi obiettivi da quartierista e figurante per le prossime giostre?
I soliti. Le cose sono sempre andate bene per me, quindi continuerò così. In primis continuare a fare gruppo e ad essere una squadra affiatata. Le persone che mi sono state vicino quest’anno, come Samuele e Niccolò che in un solo anno hanno versato sudore e passione per il Quartiere, mi hanno stimolato a fare sempre meglio. Come figurante spero anche di aver trasmesso qualcosa, e di continuare a farlo, ai più piccoli: un bel gruppo anche il loro, che si dà da fare. Saranno grandi figuranti in futuro, e in parte lo sono già adesso.
Qual è il tuo messaggio finale e ringraziamento per il Quartiere?
Voglio dedicare il premio ai soci, a tutti quelli che danno aiuto al Quartiere e partecipano alle iniziative, in particolare a chi lo fa in silenzio e a testa bassa, senza aspettarsi niente in dietro se non valori, una categoria alla quale penso di appartenere. Ringrazio chi mi ha consegnato questo premio per aver notato il lavoro che ho fatto e che continuerò a fare, e spero sia un messaggio per chi come me da il massimo per il Quartiere. Un qualcosa che, anche se non sembra, è sempre notato e apprezzato. Per me è stata un’emozione indescrivibile, che spero sia provata anche da persone che come s’impegnano non per ricevere questi premi, ma per passione. Spero sia monito del duro lavoro e del non passare inosservati, anche se in silenzio, con affetto e fiducia dei propri compagni. Un grazie va anche a Samuele Cherubini, esempio di come con lavoro e pazienza si può ottenere ciò che si merita: in un anno, è passato dal chiedermi di poter venire a Sant’Andrea all’essere tra i figuranti ed esultare per una Lancia d’oro. Averlo accanto quest’anno è stato fondamentale per i risultati che ho raggiunto, ha dato a me e spero anche al Quartiere quell’energia fresca della quale c’è sempre bisogno.
intervista a cura di Andrea Talanti