Inaugurata questa mattina la “rinnovata” Porta Trento Trieste (o Porta Ferdinanda): a tagliare il nastro simbolico e poi a spalancare l’antico portone è stato questa mattina il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, assieme al vice sindaco e assessore al Lavori Pubblici Gianfrancesco Gamurrini. Con loro i massimi dirigenti del Quartiere di Porta Sant’Andrea, il rettore Maurizio Carboni ed il capitano Mauro Dionigi in testa, nel ruolo di “padroni di casa” perché la porta Trieste è il principale accesso alla sede del rione biancoverde. Aria di festa, infatti, con decine di quartieristi presenti, lo spettacolo del Gruppo Sbandieratori in Piazza san Giusto e l’aperitivo nella Sala d’Armi del Quartiere.
Porta Trento Trieste è il fiore all’occhiello del restauro complessivo che ha coinvolto uno tratti più imponenti ed esteticamente pregevoli della cinta muraria cittadina, quella che va dalla recinzione del campo da calcio conosciuto come “gioco del pallone” al bastione che delimita il varco di accesso alla scuola Pio Borri. Una zona frequentata fin dai primi decenni dell’Ottocento quando le folle vi si radunavano per assistere al gioco del pallone con bracciale, sport altamente competitivo e sentito dalla popolazione dell’epoca. Oggi, la frequentazione è più legata al Saracino, alla presenza di locali della movida e al fatto di essere uno degli ingressi pedonali al centro storico e alla zona di Sant’Agostino e del Corso.
Nel 1816, il progetto della via Anconetana comportò la necessità di aprire, oltre alle quattro già esistenti della cerchia medicea, un’ulteriore porta che prese il nome di Porta Ferdinanda, in onore del granduca Ferdinando III.
L’intervento di restauro di quest’ultima ha riguardato innanzitutto la parte in pietra, le lapidi e le iscrizioni presenti sui fronti e sullo stemma ubicato sopra al timpano del fronte principale. Sono stati poi rimossi i precedenti intonaci, sottoposti a infiltrazioni di acqua e umidità, e rifatti con materiali ad altissima porosità e traspirabilità, tinteggiate le pareti, i soffitti e il percorso pedonale e infine è toccato al grande portone in legno a due ante. Che adesso è tornato al suo posto dopo l’intervento di un laboratorio veneziano che lo ha accuratamente ripulito, sostituendo inoltre le parti deteriorate, rafforzando i cardini e la struttura complessiva, riproducendo la patinatura originale.
Capitolo sicurezza: una telecamera “guarda” oramai da mesi il portone dal semaforo collocato in cima a via Trento e Trieste, una nuova telecamera da piazza San Giusto, e questa controlla anche via delle Mura e si affianca a una già esistente nella piazza medesima e risistemata ad altezza adeguata per evitare che le piante ostruiscano le riprese. Una quarta telecamera grandangolare, nuova, riprende a 360 gradi il passaggio pedonale ed è all’interno di quest’ultimo.
Dunque, Porta Ferdinanda è tornata a nuova vita, anche se questa è una denominazione rimasta più che altro nella memoria storica, sopravanzata nell’uso comune da Porta Trento e Trieste. O Porta Sant’Andrea, perché c’è pure chi dà ascolto alle ragioni del cuore… giostresco.