Questa sera, nella sala d’armi del Quartiere, si terrà la tradizionale “Cena dei Figuranti”, riservata ai figuranti e collaboratori biancoverdi del 2017. Nell’occasione sarà assegnato il Premio al Miglior Figurante del 2017. A comporre la giuria sono stati i due capitani di quest’anno, Marco Fardelli e Mauro Dioningi, il maestro d’armi Sandro Mangani e il regista Gianni Sarrini.
Nel 2016 il premio come miglior figurante se l’è aggiudicato Benedetta Marconi, per la prima volta è stata premiata una ragazza. Benedetta, dopo la laurea a Perugia presso la facoltà di Scienze motorie e sportive, studia presso l’Università di Bologna per conseguire la laurea magistrale in management delle attività motorie e sportive. Frequenta l’ambiente di San Giusto fin da quando era piccolina, così abbiamo deciso di porle qualche domanda riguardo la vittoria di questo premio.
Come ti sei sentita quando sei stata premiata?
È stata una gran gioia: prendo il quartiere molto seriamente, è una seconda casa e ricevere un riconoscimento ha rafforzato il mio sentimento di appartenenza. Credo che siano stati premiati anche tutti gli sforzi di questi anni, fra cucina e servizi, e non solo la singola sfilata, avendo fatto solo le estrazioni di giugno nel 2016. Mi ha reso molto fiera essere la prima “dama” ad aver ricevuto questo premio, spero di inaugurare una bella tradizione.
Parlaci un po’ del rapporto con i tuoi paggi.
Nel 2013 mi sono vestita con Edoardo Malvestiti, che allora non conoscevo bene. Nonostante la tensione, mi sono trovata benissimo con lui, si è dimostrato non solo un bravo figurante, ma anche una gran bella persona. Non dev’essere stato facile accompagnare una dama nella sua prima Giostra. Negli anni seguenti ho fatto altre uscite con il mio fidanzato, Leonardo Giannini.
Dev’essere stato bello sfilare con il tuo fidanzato.
Si, moltissimo. Abbiamo sfilato per il “Te Deum” in onore di Giovanni Severi del settembre 2015, per festeggiare la vittoria della trentacinquesima lancia d’oro, quella, forse, più bella di sempre. Eravamo entrambi emozionati, non solo per l’atmosfera di festa che si respirava, ma anche perché indossavamo i costumi storici che venivano utilizzati agli albori della Giostra. Abbiamo sfilato insieme anche durante le estrazioni delle carriere, a giugno del 2016, poi quest’anno per la Giostra di giugno siamo entrati in piazza assieme.
Hai sfilato con il tuo ragazzo, sei stata premiata, l’unica cosa che sembra mancarti è vincere una Lancia da figurante.
Diciamo che mi manca da figurante “adulta”. Nel giugno del 2003 scesi per la prima volta in Piazza come paggetto e in quell’occasione riuscimmo a vincere al quarto spareggio con un quattro di Martino. Non posso assolutamente lamentarmi della mia carriera.
Cosa vuol dire “far parte del Quartiere di Porta Sant’Andrea”?
Per me, vuol dire far parte di una comunità e come ogni comunità condividiamo di tutto: gioie, sconfitte, arrabbiature, grandi emozioni e purtroppo a volte anche delusioni. Però senza condividere tutto questo non saremmo una comunità affiatata. A san Giusto perdiamo e vinciamo insieme. È troppo facile rimanere uniti quando le cose vanno bene, il vero affiatamento viene fuori quando dobbiamo risolvere dei problemi tutti insieme.
Intervista a cura di Leonardo Cherici