Arezzo bello a metà, un punto a Lucca.
La partita di Lucca lascia ai tifosi amaranto diversi spunti di riflessione, dopo le prime sei giornate di campionato le caratteristiche della squadra di Mister Sottili si stanno delineando con sempre maggior chiarezza. Il Bilancio freddo e statistico dei numeri parla di undici punti in classifica, quarto posto solitario, miglior attacco del girone e una delle peggiori difese; per i tifosi Aretini, abituati negli ultimi due anni alle squadre di Capuano, con la “fase difendente” (cit.) a farla da padrone su tutto, è già un bel salto. Venendo da stagioni passate a giocare di rimessa, pensando sopratutto a non prenderle e lasciando il pallino del gioco in mano agli altri, noi sportivi ci siamo subito esaltati per il bel gioco che la squadra ha dimostrato di saper mettere in mostra fin dalle prime giornate; fraseggi, cambi gioco, ricerca continua del trequartista o degli esterni di attacco per sfruttarne l’uno contro uno, sono tutte cose che qui ad Arezzo non si vedevano da un po’ di tempo e i dati degli spettatori lo confermano, la gente aveva davvero tanto bisogno di un calcio propositivo. Tuttavia c’è anche il rovescio della medaglia da considerare. Gli amaranto, ad esempio, eccezion fatta per la prima partita contro il Como e la penultima contro il Tuttocuoio sono sempre andati in svantaggio; inoltre Benassi quest’anno non è mai riuscito a tenere inviolata la propria porta, e per una squadra che vuole ambire ad un campionato di vertice, la fase difensiva deve rimanere imprescindibile. I tanti gol subiti sono un mix fra errori dei singoli e generale deconcentrazione della squadra; durante alcuni momenti della partita gli amaranto sembrano non spingere al cento per cento sull’acceleratore, limitandosi al “compitino” di gestire il pallone, spesso perdendo un po’ di fame e cattiveria agonistica che invece viene fuori nei momenti migliori. A Lucca nella prima rete, Benassi si è fatto sorprendere da un tiro cross insidioso, mentre nella seconda, nonostante un intervento di Sirri che poteva essere sicuramente migliore, tutta la squadra si è fatta trovare impreparata dopo un giro palla della Lucchese non certamente irresistibile, permettendo all’attaccante rossonero di liberarsi per il tiro ben dentro l’area di rigore. In generale per tutto il primo tempo è sembrato che la squadra andasse con il limitatore inserito, prova ne è la ripresa, dove gli Amaranto non solo hanno trovato il pareggio, ma avrebbero potuto segnare anche un altro paio di goal. Sicuramente l’ingresso di Arcidiacono e Yamga (con conseguente cambio di modulo) è stata la mossa che ha fatto girare la partita, ma si ha l’impressione che non sia tanto il modulo o gli autori di esso a fare la differenza, quanto l’attenzione mentale che ha chi entra in campo. L’Arezzo deve fare il salto di qualità, Alessandria a parte non sembrano davvero esserci squadre in grado di intimorire la formazione di Sottili, a patto che le amnesie che hanno caratterizzato fin qui la squadra, svaniscano o si attenuino decisamente.
PROMOSSI
Polidori: Ancora a segno, e per una punta potrebbe bastare questo. Invece è una continua spina nel fianco della difesa Lucchese, sempre pericoloso, colpisce anche un palo e si guadagna con molta maestria il penalty che riapre la gara. Si può chiedergli di più?
Arcidiacono: Dopo averlo rimandato per la prova opaca contro il Tuttocuoio, il fantasista amaranto subentra nella ripresa cambiando il volto della partita; oltre ai soliti slalom e alle solite sgroppate palla al piede anche tanti suggerimenti per i compagni. Questo è il vero Arcidiacono, ne siamo certi.
Luciani: Nota di merito per uno dei migliori giocatori amaranto in questo avvio di stagione. Soffre sempre poco in difesa e si propone di continuo in avanti. Suo l’assist per la zuccata di Polidori che vale il 2 a 2.
RIMANDATI
Benassi: L’errore sul primo gol pesa sul risultato ed anche sulla sua pagella. E’ anche vero che certe parabole sono sempre insidiose, per qualsiasi portiere. Per il resto della gara normale amministrazione.
Sirri: Forse è il giocatore che maggiormente rappresenta l’intera squadra. Alterna grandi interventi a sbavature elementari. Nel complesso della stagione il suo borsino rimane comunque sufficiente, ma se limitasse i cali di concentrazione che a volte lo portano a errori banali, avrebbe tutte le qualità per dirigere la retroguardia di una squadra che ambisce alla promozione.
Leonardo Maccioni